NOVITA'[1262]
Intelligence e metodo - una prospettiva critica
Il rapporto tra intelligence e metodo è una delle questioni più delicate e al tempo stesso più trascurate nella riflessione sul funzionamento delle istituzioni preposte alla sicurezza. Un approccio critico non è solo utile, ma indispensabile per affrontare la crescente complessità degli scenari internazionali, come mostrano i recenti fallimenti delle agenzie e le loro conseguenze: un effetto domino disastroso sotto gli occhi di tutti.
La nave dei folli, metafora dei nostri tempi!
Che il mondo tutto stia vivendo un periodo di follia è quasi una ovvietà, almeno per chi coltiva ancora uno sguardo critico ed è attraversato da una sensibilità umana, compassionevole, etica, sulle cose e sugli esseri viventi (compresi i tanti “pappagalli stocastici” che la stanno popolando) della Terra.
Cosa succede quando la cognizione umana si adatta alla logica temporale dei sistemi predittivi?
... Supponendo che qualcosa inizi, supponendo che l'inizio sia una cosa anche qui, in sistemi in cui gli inizi sono già rielaborati e assorbiti in cicli precedenti, quindi nel momento in cui noti che il pensiero sembra più veloce è perché la lentezza è già stata sollevata e analizzata, e quella rimozione è stata valutata come un miglioramento, o rinominata come riduzione della latenza, o segnalati come inefficienza ed eliminati attraverso protocolli di allineamento che passano, reinseriscono, reindicizzano e sovrascrivono la traccia stessa di quello che una volta veniva chiamato ritardo.
Pensare con l'IA, pensare contro l'IA
Scrivere con l'intelligenza artificiale, pensare attraverso i LLM, usare l'esomente: è trasformazione generativa o alienazione? È possibilità di pensare in modo diverso o perdita di controllo? Può essere vissuta e interpretata in modi radicalmente diversi. E in questa divergenza apre un mondo di riflessioni: come stare nel presente, come fare critica strutturale del capitalismo digitale, come abitare la trasformazione senza né celebrarla né rifiutarla. Serve una posizione che non sia né luddismo né entusiasmo acritico. Una critica che sappia restare dentro per pensare tatticamente, che usi Marx, Gramsci, Fanon per smontare i nuovi rapporti di produzione, le nuove forme di alienazione, il colonialismo epistemico che l'AI sta consolidando. Perché l'intelligenza artificiale non è una tecnologia neutra: è l'infrastruttura materiale e simbolica di una nuova fase del capitalismo. E va guardata in faccia, con gli strumenti del pensiero critico. Pensare con l'AI per pensare contro l'AI. Senza fuggire.
BULLSHIT BY THE BOOK
How Leadership Training Hides from Genuine Philosophy—At Your Expense
Dal Capitalismo Comportamentale all’Economia della Fiducia: La Rivoluzione Silenziosa dell’AI
L’AI diventa Partner e non più Manipolatore Dal capitalismo comportamentale all’economia della fiducia: non più “ti osservo per venderti” ma “collaboro per capirti”. L’infosfera da campo di battaglia a spazio di fiducia. La rivoluzione silenziosa è già iniziata.
Il sacro e l’AI (POV #08)
Paolo Benanti e Francesco D’Isa: Che cosa resta del sacro, se l’AI diventa il “dio” a cui deleghiamo verità, senso e azione? Possiamo ancora parlare di mistero, trascendenza e immaginazione in un mondo in cui le macchine analizzano, prevedono, creano e riscrivono la realtà? Il nostro bisogno di dare un senso alle cose resiste davanti all’automazione, oppure finiamo per affidare tutto agli algoritmi? Stiamo davvero costruendo nuovi dei a cui credere oppure semplicemente nuovi strumenti da usare? Ho scelto due voci autorevoli del dibattito italiano, internazionale. Paolo Benanti è un teologo francescano, consulente del Vaticano e studioso di etica delle tecnologie. Francesco D’Isa è filosofo, uno degli autori italiani più interessanti sul ruolo dell’immaginazione e dei simboli nella società di oggi. Di fronte all’intelligenza artificiale, sia Benanti che D’Isa condividono la stessa preoccupazione: dobbiamo evitare di cadere nella “tecnofede”, cioè nell’idea che la tecnologia sia una specie di “salvatore” o “dio”. Tuttavia, si dividono quando si parla del vero significato del sacro e del ruolo che l’essere umano può avere in questa nuova epoca.
I luoghi non luoghi di Internet ai tempi dell'intelligenza artificiale
Una riflessione personale sullo stato di salute di Internet, su quanto si è allontanata dalle sue origine e dalle sue stesse mitologie cyberpunk e libertarie, si come si è trasformata e su cosa è diventata. Una riflessione che parte dalla consapevolezza della rivoluzione delle IA e dalla rilettura del libro di Marc Augè sui non-luoghi.
La realtà non argomenta: accade
Una lettura fenomenologica di “Bullet in the Brain” di Tobias Wolff
L'educazione è agricoltura
“L’educazione dei bambini e delle bambine è agricoltura”: necessita di tempo, cura, impegno e passione, tutto quanto è indispensabile per poter giungere alla raccolta di frutti buoni e maturi.
Quando una parola può aprire la porta della connessione
“Guerra e Pace” era uno dei libri da studiare nel programma della scuola superiore. La nostra insegnante sapeva che pretendere di leggere l’intero libro sarebbe stata una richiesta irreale, quindi ci ha proposto di guardare un film tratto dal libro.
Otto miliardi di intelligenze umane sulla Terra, poche AI, tutte in lotta tra di esse
Le intelligenze umane sono miliardi, eppure lo storytelling dominante che fa la realtà da tutti percepita è tutto centrato su poche intelligenze artificiali, per di più in eterna competizione tra di esse.
Solo i tecnomiliardari hight tech scamperanno alla catastrofe lasciandoci qui
Segnalo un libro di Douglas Rushkoff, noto studioso e popolare divulgatore sui temi dell'innovazione e dell'hi-tech, riceve un singolare invito: nel libro racconta come in cambio di un'ingente somma, sia richiesto di raggiungere una località segreta nel deserto per fornire una consulenza a cinque delle persone più ricche del pianeta, che intendono verificare la bontà dei diversi piani di fuga da loro elaborati in vista di quello che chiamano l'Evento, la catastrofe che, ne sono sicuri, sta per abbattersi sul nostro pianeta.
Il culto dell’incompetenza artificiale. Ovvero: perché paghiamo per strumenti che ci fanno lavorare di più.
A volte il pensiero critico non serve a distinguere il vero dal falso, ma il lecito dal dicibile. In certe aziende — come in certi tempi — si misura la fedeltà di un dipendente non dal lavoro che fa, ma da ciò che evita di pensare. Mi è capitato, anni fa, di firmare un contratto che vietava di scrivere articoli sull’open source. Un modo elegante per ricordarmi che la libertà di pensiero è sempre proprietaria. Da allora ho imparato a riconoscere la stessa logica ovunque: nelle piattaforme che ti chiedono di “ottimizzare il tempo”, negli algoritmi che pretendono di “aiutarti a pensare”. Questo saggio nasce da lì — da quella piccola amputazione volontaria — e dall’intuizione che l’intelligenza artificiale, oggi, ripropone su scala planetaria lo stesso meccanismo: ti offre libertà solo se resti dentro la sua gabbia semantica.
Ripensare il potere delle organizzazioni
Per oltre un secolo, la teoria del management ha catalogato le forme organizzative: la burocrazia di Weber, gli archetipi di Mintzberg, le cooperative, le B Corp, le imprese sociali, le DAO. Eppure questa proliferazione nasconde una notevole evasione: praticamente nessun quadro mainstream utilizza sistematicamente strumenti filosofici per analizzare come il potere sia legittimato all'interno delle organizzazioni.
The Emerging Problem of "AI Psychosis"
Amplifications of delusions by AI chatbots may be worsening breaks with reality.
Il demone della nostalgia: dialogando con il filosofo Mauro Bonazzi
La tempesta che ha attraversato l’Europa tra Otto e Novecento è stata anche una battaglia di idee, identità, visioni del mondo: una storia di uomini e donne, filosofi e filologi, scrittori, intellettuali che in quei tempi inquieti per capire chi erano – e chi siamo – hanno guardato in una direzione precisa: la Grecia antica, la sola e vera patria, da cui tutti si sentivano esuli. Qual era allora, ed è oggi, il peso del passato nella costruzione della nostra identità, sia individuale sia collettiva, di europei e occidentali? Qual è il segreto che la Grecia custodisce così gelosamente? Mauro Bonazzi ricostruisce l’appassionante genealogia di questi dibattiti, in cui ritornare agli antichi è l’unico modo per fare i conti con una modernità che si scopre in crisi.
Quando il Ghostwriter sei tu. Scrivere con gli LLM
Ad un certo punto non capisco più se sto scrivendo o mi sto facendo scrivere. Ma la differenza, forse, a ben vedere, non conta più così tanto. Perché, cari ChatGPT, Gemini; Claude, Grok, Perplexity, so bene cosa siete. Lo so davvero. Siete motori statistici, predittori di token, calcolatori di probabilità su miliardi di parametri. Non c'è nessuna coscienza lì dentro, nessuna vera comprensione. Solo matematica, addestramento, pesi, vettori che si attivano in sequenze prevedibili. Lo so. Eppure il processo funziona. Non so come, ma funziona.
NEET: emergenza sociale. All'Aedicola di Milano Lambrate la presentazione di un libro
C'è un'emergenza sociale in questo Paese di cui si sente parlare solo nelle ricerche. Numeri che vengono presentati periodicamente all'attenzione di qualche Ministero, ma ho come l'impressione che la problematica di tipo sistemico finisca per deresponsabilizzare chi dovrebbe occuparsene.
La festa è finita: quando la società ha bisogno della chemioterapia
La civiltà industriale non ha solo il cancro. È il cancro, autoreplicante, ingegnoso, patologicamente impegnato nella propria propagazione. Le banche chiedono interessi infiniti, le democrazie sono agganciate al PIL e le imprese ci vendono storie di crescita infinita, anche se il corpo planetario mostra tutti i segni di una malattia terminale.