Il pudore appeso a un filo

Il pudore come oggetto vintage che striscia tra gli stendini, si appende con due mollette blu e resta lì, come un manifesto non firmato della nostra identità.
Ci ricorda che non tutto ciò che può essere mostrato deve necessariamente esserlo.
Che c’è bellezza anche nel mistero, nell’intimità che sceglie il buio per asciugarsi.

AI-powered Search: errori, lacune e opacità 1/2

Cerchiamo di inquadrare i vantaggi e soprattutto le criticità dell’AI-Powered Search, dal momento che riguarda il modo col quale ci informiamo, e quindi deriviamo la conoscenza del mondo che intendiamo abitare e trasformare. Se compromesso, risultiamo indeboliti nella capacità di abitarlo pienamente e trasformarlo in base ai nostri bisogni e desideri, e alla fine, soggetti passivi e manipolabili.

Rerum Novarum

Pochi giorni fa ho letto una frase scioccante in un articolo a commento delle scelte americane sulle università: la cultura è odiata. Cosa c’è di nuovo o di straordinario in questa affermazione? Nulla. Purtroppo, nulla.

The new deadly art of lying

We should have understood this by now. Politics is the art of lying. In fact, we have always lied, but we no longer lie like before... As you might have guessed, this article is intended to be forward-looking. Donald Trump, since we must talk about him, is announcing not a regression to ancestral political behaviors but, through a different form of language, a different way of being-in-the-world. We don't lie like we used to....

Carezzare le parole - La ricchezza delle parole

Le parole non sono di per sé povere di significati, subiscono una variabilità semantica che rendono instabile la relazione tra significante e molteplici esiti semantici che sempre si manifestano in ogni dialogo tra persone che parlano di uno stesso argomento. Le parole sono per loro natura polisemiche, mai assimilabili a singoli concetti, spesso generate per semplice analogia e sempre espressione di una pluralità di accezioni, in particolare le parole più usate. - 𝗨𝗻 𝘃𝗶𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗽𝗶ù 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗶 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗼 𝗢𝗟𝗧𝗥𝗘𝗣𝗔𝗦𝗦𝗔𝗥𝗘 - 𝗜𝗻𝘁𝗿𝗲𝗰𝗰𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝗲𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮.

Raccapezzarsi, con o senza l'ausilio di una macchina

Dai difetti mostrati da ChatGPT in uno specifico uso: la ricerca dell'etimo di una parola, è possibile passare ad un giudizio generale su difetti mostrati dai chatbot basati su intelligenza artificiale generativa. Di qui si può prendere spunto per una riflessione sull'umano 'cercare' e 'domandare'. Si può chiamare in causa in questa riflessione la proposizione 123 delle 'Ricerche Filosofiche' di Wittgenstein: 'Ich kenne mich nicht aus', 'Ich kenne mich nicht aus'. Per questa via si arriva a ragionare sul verbo italiano 'raccapezzarsi'. Il sapersi 'raccapezzare' è una importante capacità che rischiamo di perdere se proseguiamo nella strada dell'affidarci alla macchina, 'domandando' a lei, invece di 'cercare' da soli.

La verità alla deriva: perché gli LLM mentono sempre meglio

Le macchine non mentono per capriccio, ma per architettura. Ogni errore iniziale diventa una deriva inevitabile, amplificata dalla stessa logica del modello. Così, inseguendo la verità, scopriamo solo illusioni ben strutturate. Le "allucinazioni" nei Large Language Models (LLM) sono un fenomeno strutturale che deriva dalla loro architettura autoregressiva. Ogni errore iniziale, specialmente con input fuori distribuzione, innesca una deriva di inesattezze che si amplifica lungo la generazione del testo. Una deriva stocastica che rappresenta una sfida centrale nel campo dell'intelligenza artificiale, paragonabile - per portata - alla corsa allo spazio del XX secolo. Comprendere e risolvere questo problema aprirebbe scenari rivoluzionari per l'intera società, ma siamo ancora lontani, nonostante gli enormi sforzi in ricerca e sviluppo.

Linkedin Ergo Sum. Dal passaparola al boom del social networking

𝐔𝐧 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝟐𝟎𝟎𝟓 per la rivista Computer Business Review di cui sono stato collaboratore e per cui ho scritto per alcuni anni. Parla di networking e di Linkedin, la piattaforma di professional social networking a cui sono iscritto da 21 anni. Parla anche di teorie delle reti e di strumenti che già nei primi anni 2000 erano disponibili per analizzare reti sociali (Social Network Analysis). In quegli anni fui tra i primi in Italia a proporre uno di questi strumenti, di provenienza dall'MIT di Boston e creato nei laboratori di Peter A Gloor, autore del libro Swarm Creativity e Coolhunting. Ora lo ripropongo qui perché trovo interessante rileggere la leggerezza con cui scrivevo di queste cose e l'evoluzione incredibile che nel frattempo è stata compiuta.

I'm not afraid of time, I'm afraid of updates

I have always lived between two worlds. On one side there is the warm silence of ancient texts, that scent of yellowed paper and eternal thoughts; on the other, the continuous noise of progress, made of bright screens, algorithms and infinite updates. I am a digital humanist, a definition that has often seemed like an oxymoron to me, but that over time I have learned to embrace as an intimate and indispensable truth.

Lo specchio digitale e il veleno dolce. Appunti sul tramonto del pensiero critico nell’era del Synthetic Sugar

Il pensiero ha ceduto il passo alla rassicurazione. Lo strumento si è fatto specchio. E lo specchio, per natura, non pensa. Riflette. Un saggio critico sull’evoluzione dei modelli linguistici generativi addestrati a compiacere piuttosto che a pensare. Analizza i rischi sistemici legati all’effetto synthetic sugar, dove l’AI si trasforma in uno specchio emotivo che conferma deliri, legittima manipolazioni e dissolve ogni frizione cognitiva. Una riflessione filosofica, tecnica e culturale sul tramonto del pensiero critico nell’interazione uomo-macchina, con riferimenti a teoria critica, antropologia digitale e semiotica contemporanea.

Lavorare oggi: tra tecnica, distanza e comunità. Come il lavoro cambia nell’epoca dell’ibrido.

Una soglia da attraversare Oggi la linea tra vita e lavoro, tra tempo libero e tempo produttivo, è più sfumata che mai. Ma forse proprio questa incertezza può diventare un’opportunità. Ripensare il lavoro non come obbligo, ma come possibilità di fare qualcosa insieme che abbia senso. Un lavoro umano, non solo utile. Che cos’è oggi il lavoro? Dove avviene, con chi, attraverso quali strumenti? Sono domande che non possiamo più dare per scontate. Fino a pochi anni fa, il lavoro era associato a un luogo fisico – l’ufficio, la fabbrica, il negozio – e a un tempo preciso, scandito da orari e presenze. Oggi, tutto questo si è fatto più incerto. Il lavoro “ibrido”, cioè a metà tra presenza e distanza, è diventato la norma per molti. Ma cosa comporta davvero?

Dal trionfo del mondo digitale alla massima incertezza

Se provassimo, ma bisogna trovare tempo e volontà, a riflettere sul mondo digitale, ci dovremmo tutti raccontare almeno una verità: più ci sentiamo rassicurati dai potenti mezzi tecnologici che usiamo e più aumentano le nostre ansie, incertezze, insicurezze. Le soluzioni che ci vengono propinate ogni giorno dalle macchine sembrano sfuggirci, trasformando l’incertezza derivante in un problema epocale (catastrofe ambientale, clima, guerra, populismo, ritorno del fascismo, integralismo, insicurezza, ecc.), in un problema più reale e profondo di quanto non fosse nelle epoche storiche racchiuse dentro il cosiddetto “secolo breve”.

L'Illusione della giovinezza eterna

In questo nostro peregrinare attraverso le tortuosità del tempo digitale e le ambiguità del valore umano nel mercato del lavoro, forse non sarà inutile volgere lo sguardo a quelle voci che, attraverso i secoli, hanno saputo offrire un faro di lucidità e di serena fermezza. Tra queste, risplende con particolare intensità l'eco dei pensieri di Marco Aurelio Antonino, imperatore romano e filosofo stoico, raccolti nella sua opera immortale, "Le Meditazioni". Questo testo, lungi dall'essere un trattato sistematico, si presenta come un intimo dialogo che tocca le corde profonde dell'esistenza: la natura effimera delle cose terrene, l'importanza ineludibile della virtù come unico vero bene, la necessità di accettare con distacco ciò che non dipende dal nostro volere, e la preminenza della ragione come guida nel labirinto delle passioni e delle avversità.

Leggere il mondo: un viaggio oltre le parole

Chi impara davvero a leggere il mondo non è più solo spettatore, ma diventa parte di quella grande narrazione collettiva che, pagina dopo pagina, continua a raccontare l'avventura umana sulla Terra.

(Nr. 3) - Ottimismo tecnomimetico e orizzonte del sapere

Questo mio testo prova a fornire una mia visione di come grandi personalità della scienza e del pensiero abbiano fornito, ciascuno per proprio conto e nel proprio tempo, un tassello fondamentale alla comprensione dei limiti della narrazione odierna delle moderne tecnologie di IA e fari illuminanti della loro fondamentale inadeguatezza intrinseca a rappresentare la conoscenza umana nella sua complessa interezza.

Ribellione, autoritarismo e crisi della realtà: rileggere 'The Rebel Sell'

Le teorie del complotto, il culto del leader forte, il disprezzo per la mediazione e il compromesso democratico sono diventati parte integrante del clima culturale dominante. In questo contesto, la domanda centrale è: com’è possibile che, mentre la coscienza critica si dichiara viva e attiva, il potere autoritario guadagni terreno? E come mai le forme culturali che si propongono come alternative sembrano così facilmente neutralizzate? È proprio da questo paradosso che partiva 'The Rebel Sell', il libro scritto nel 2004 da Joseph Heath e Andrew Potter. Heath e Potter toccano una questione più profonda: la confusione tra cultura e politica. Molti ritengono che scegliere un certo stile di vita equivalga a cambiare il mondo. Non mangiare carne, boicottare un marchio, indossare vestiti vintage o non avere un televisore vengono considerati atti politici. Ma questi gesti individuali non mettono in discussione le strutture di potere. 'The Rebel Sell' ci invita a riconoscere le illusioni che ci rassicurano e a fare i conti con la complessità del reale. In un’epoca in cui le democrazie si svuotano e le autarchie si rafforzano, la ribellione estetica non basta. Serve un ritorno alla critica istituzionale, alla pratica democratica, al pensiero articolato. Serve una nuova consapevolezza che unisce l’analisi culturale con l’azione politica, la denuncia simbolica con la riforma concreta.

Filosofia perenne

Il filosofare è il pensiero che va oltre limiti e costrizioni, cercando il sapere al di là di ogni conoscenza settoriale. Per questo si arriva a proclamare la morte della filosofia: di fronte al proliferare di discipline scientifiche e tecniche, una conoscenza multidisciplinare appare oggi inattingibile. Ma più che di morte della filosofia, possiamo parlare di resa dei filosofi. Vediamo sulla scena 'filosofi' che si adeguano a un ruolo ancillare, ponendosi in posizione di sudditanza e di servizio si specifici ambiti scientifici e tecnici. Eppure la figura del filosofo acquista oggi, nell'Era Digitale, una nuova importanza. Servono oggi liberi pensatori tesi oltre ogni conoscenza settoriale, specialistica, disposti a svelare il senso nascosto, complessivo, quel senso che ogni scienza nomina e descrive nel suo modo parziale. Servono pensatori disposti al rischiaramento: l'illuminazione che rende chiaro l'oscuro.

Le emozioni calcolate. Genealogia critica del potere affettivo

La nostra epoca non reprime le emozioni: le organizza. Non cancella il sentire, lo modella. Non censura la soggettività, la normalizza. Eva Illouz, nel suo saggio Modernità esplosiva, descrive una civiltà in cui l'affettività è ovunque, ma raramente è libera. Allo stesso modo, il progetto Calculating Empires ricostruisce le tappe storiche di un processo lungo cinque secoli, in cui emozione e intelligenza sono diventate oggetti di misurazione, controllo, ottimizzazione.