TESTI
Julio Cortázar e i limiti della velocità
In un racconto di Julio Cortázar, il viaggio in autostrada: chiusi ognuno nella propria scatola, corriamo veloci in avanti immersi in un non-luogo. Se questa è la norma, l'evento è l'ingorgo stradale. Dove prima le vetture sfrecciavano, coda di automobili ferme che si snoda a perdita d'occhio. Il bloccarsi del flusso delle auto in corsa è una discontinuità sistemica. La velocità è bruscamente negata. Improvvisamente sbalzati, del tutto impreparati, in un inatteso, sconosciuto, differente spazio-tempo, ''passeggeri' costretti a scendere dall'auto e a vivere l'emergenza insieme, si riscoprono diversiNascono tra di loro nuove relazioni sociali. Quando finalmente, pian piano, le auto iniziano a muoversi di nuovo "a ottanta chilometri all'ora" verso le luci di Parigi "che crescevano a poco a poco", tutti rimpiangeranno l'esperienza vissuta. Resta aperta per tutti la domanda: "perché tanta fretta, perché questa corsa nella notte tra auto sconosciute dove nessuno sapeva niente degli altri, dove tutti guardavano fissamente in avanti, esclusivamente in avanti".
Il mistero dell’unde malum. Come le brave persone diventano cattive
E così, il mistero dell’unde malum, di dove nasce davvero il male, non si scioglie mai del tutto. Non si nasconde solo nella psicologia degli individui o nei sistemi che abitano, ma in quella sottile zona di confine dove la ragione smette di interrogare e comincia a giustificare. In quella zona d’ombra dove nessuno è colpevole, eppure tutti lo sono un po’.
Navigare l’Infosfera: agire, conoscere e essere nell’era della quarta rivoluzione
Serve una nuova educazione all’infosfera: epistemica, etica, ontologica. Serve un nuovo umanesimo, non nostalgico ma consapevole. Perché, se non penseremo noi l'infosfera, lo faranno gli algoritmi. E a quel punto, noi chi saremo?
La signora Berta Garlan: identità, desiderio e maschere nella Vienna fin-de-siècle
A oltre un secolo dalla pubblicazione, il romanzo resta attuale. Berta Garlan siamo noi, ogni volta che desideriamo fuori copione. Ogni volta che scopriamo che la libertà è un atto, non una concessione. Ogni volta che lo spazio psichico si allarga e la società cerca di richiuderlo. Schnitzler non salva, non consola. Ci invita a guardare. E quel che vediamo, se sappiamo leggere tra le righe, è un invito a pensare. Pensare a come ancora oggi il desiderio femminile sia terreno minato. Pensare a come la soggettività venga normata, silenziata, derisa.
Progetti di felicità: design, architettura, moda
Medito sulle parole di Italo Rota, grande architetto e costruttore di mondi, pensando a quanto possono continuare a parlarci. Da quando la casa in cui è nato è stata demolita, scrive, "tutto ciò che faccio è volutamente e inconsciamente effimero, introverso, portatile, rinchiuso in una valigia, un mondo interno opposto all'ossessione della nostra cultura occidentale che è stata quella di cambiare il mondo esterno".
Siamo macchine non triviali? La pericolosa lezione di Heinz von Foerster
Heinz von Foerster: fisico e filosofo, distingue, in considerazione delle loro caratteristiche sistemiche, tra 'macchine triviali' e 'macchine non triviali'. Purtroppo, però, la distinzione ci è di scarso aiuto. Von Foerster ci fa saper che un bambino, l'universo, la macchina di Turing, un qualsiasi computer, una infrastruttura tecnologica - tutte queste sono macchine non triviali. Troppa roba. Dovremo scavare nella vasta classe delle macchine non triviali. Dovremo, in cerca di senso, distinguere tra una macchina non triviale e l'altra. Una epistemologia che pretende di abbracciare in un unica classe i comportamenti di terapisti familiari e il funzionamento ricorsivo di un computer, non ci serve a molto. Il rischio di ridurre il comportamento di una macchina non triviale -l'essere umano- al comportamento di un'altra macchina non triviale -il computer- non è trascurabile.
Ripensare l’architettura nei sistemi distribuiti
Cosa significa davvero progettare un sistema in un mondo che cambia di continuo? Nell’epoca dei microservizi e delle architetture distribuite, il ruolo dell’architetto software non può più essere quello del disegnatore di diagrammi perfetti. Serve una nuova postura: meno prescrittiva, più sistemica, capace di guidare attraverso principi condivisi e non con regole imposte. Propongo una riflessione tecnica e critica sull’architetto come “pianificatore urbano” dei sistemi digitali, tra habitat del codice, autonomia dei team e coerenza evolutiva.
Carezzare le parole - Le parole dell’etica
Le parole su cui investire, sono parole che fanno riferimento a virtù sociali, sono incarnate, strettamente connesse con gli orizzonti di valori personali, all’ethos, alle strutture e alle istituzioni nelle quali ogni individuo è inserito e conduce, nel suo ruolo di cittadino, la sua esistenza personale e collettiva, e la sua esperienza pratica quotidiana. Sono parole testarde, ricche di memoria, positivamente antiche ma mai antiquate, fatte per resistere a un presente che a molti appare intollerabile perché non concede scappatoie se non quella di accettarlo.- 𝗨𝗻 𝘃𝗶𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗽𝗶ù 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗶 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗼 𝗢𝗟𝗧𝗥𝗘𝗣𝗔𝗦𝗦𝗔𝗥𝗘 - 𝗜𝗻𝘁𝗿𝗲𝗰𝗰𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝗲𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮.
The Solipsism of Decentralization - A response inspired by Carlo Mazzucchelli’s reflection on capitalist realism
We are witnessing an unfortunate and turbulent period which has arisen as a result of a project which began a century ago. This project was led as an assault by elitist interests on the rights of the people that make up the public. Behind it were a cohort of abominable men of economics (mainly from Britain, Germany, Austria, and Italy), and elites who, upon understanding the opportunity to use the ideas of these economists to advance their own interests, provided generous funding.
L’incompetenza come diritto. L’Intelligence come necessità.
Recentemente un illuminante scambio epistolare (digitale) con 𝐂𝐚𝐫𝐥𝐨 𝐌𝐚𝐳𝐳𝐮𝐜𝐜𝐡𝐞𝐥𝐥𝐢 mi ha concesso la rara occasione di tornare a riflettere seriamente su un mio vecchio scritto - risalente ormai a più di 3 anni fa – dal titolo l’ “OSINT e i tempi di crisi”, pubblicato su LinkedIn il 5 marzo 2022 e poi su giovanninacci.net il successivo 14 marzo.
Monachesimo aziendale
Tra le promesse più celebrate dei paradigmi Agile e Scrum vi è quella di ridurre l’inerzia burocratica e favorire la snellezza dei processi organizzativi, abilitando le squadre di lavoro a concentrarsi sull’attuazione concreta e sulla consegna continua di valore. Tuttavia, l’applicazione quotidiana di tali metodologie, lungi dal rappresentare un’alternativa realmente efficace alla rigidità organizzativa, rivela spesso una deriva diametralmente opposta.
Io abito la possibilità
Come tutte le parole che usiamo diventa interessante abitare il senso che la parola possibilità esprime.
Un’organizzazione che documenta bene non solo funziona meglio. Pensa meglio
La documentazione non è solo supporto tecnico, ma una vera e propria forma di governo del sapere. Questo saggio esplora la funzione epistemica e politica della documentazione nelle organizzazioni, tra knowledge management, architettura informativa e potere. Perché chi controlla il sapere, controlla l’azione. E documentare bene significa, prima di tutto, pensare meglio.
Educare alle emozioni per vincere le sfide del futuro
Viviamo in un'epoca di grande cambiamento, in cui le competenze tecniche e le conoscenze accademiche non sono più sufficienti per affrontare le sfide della vita quotidiana. Sempre più ricerche dimostrano che l'intelligenza emotiva gioca un ruolo cruciale nel determinare il successo personale e professionale di un individuo. Educare alle emozioni fin dalla giovane età è quindi una necessità imprescindibile, non solo per il benessere individuale, ma anche per la creazione di una società più empatica e collaborativa.
Thomas Mann e i Buddenbrook: La maschera del ruolo
Thomas Mann nasce a Lubecca nel 1875 nel seno di una ricca e colta famiglia di commercianti. La vocazione letteraria è precoce: a venticinque anni, agli albori del ventesimo secolo, pubblica 'I Buddenbrook', grande romanzo di settecento pagine che parte dalla autobiografia per affrontare il tema che resterà al centro di tutta la vastissima produzione successiva. Il tema: l'eredità della cultura borghese e liberale, i suoi valori perenni, áncora e bussola di fronte ai grandi problemi contemporanei.
I mostri della Creatività: una Fenomenologia del Silenzio Interiore
Un saggio sull’atto creativo come esperienza fragile e profondamente umana, spesso ostacolata da ferite invisibili e giudizi interiorizzati. Tra introspezione e analisi epistemologica, questo testo esplora i “mostri della creatività”, le dinamiche tossiche che inibiscono l’espressione, e il coraggio necessario per reclamare la propria voce in un’epoca di visibilità forzata e narcisismi digitali.
Dall’agile alla vanità: pensiero, linguaggio e controllo nella società ipertecnologica
In un’epoca dominata dalla simulazione e dalla velocità, il linguaggio del lavoro si è trasformato in liturgia vuota, e le metodologie nate per liberare sono divenute nuove gabbie simboliche. Questo saggio esplora la crisi epistemologica che colpisce Agile, design thinking e cultura organizzativa, denunciando la deriva performativa del pensiero e invocando una disobbedienza intellettuale fatta di ascolto, dubbio e consapevolezza.
L’IA e l’arte di prevedere l’inatteso
A breve visiterò la mostra Le Monde selon l’IA al Jeu de Paume, ma ho già deciso di scriverne. Non per presunzione divinatoria – mi manca l’API – ma perché questa mostra è già un oggetto teorico ancor prima di essere esperita. Il suo allestimento è disponibile, le opere accessibili, i dispositivi curatoriale leggibili. E l’intelligenza artificiale, si sa, ha la brutta abitudine di precedere sempre la nostra comprensione.
Microservizi: un’evoluzione architetturale guidata dall’esperienza
Uno dei principi fondanti dei microservizi è la coesione funzionale. In ambienti monolitici, l’accumulo progressivo di logiche eterogenee porta a un degrado architetturale che rende ogni modifica un rischio sistemico. Nei microservizi, invece, si costruiscono boundary espliciti attorno a funzioni ben delimitate, spesso modellate secondo i concetti del Domain-Driven Design. Questa decomposizione consente una governance più chiara del codice e delle dipendenze, riducendo l’accoppiamento tra componenti e favorendo il cognitive load ottimale per i team. Ma quanto deve essere "piccolo" un microservizio?
L’Intelligenza Artificiale nel Project Management: pensiamo ancora, o solo eseguiamo?
Viviamo un tempo in cui la velocità è diventata virtù e l’ottimizzazione una fede. Il project management, che un tempo era arte di mediazione tra visione e realtà, oggi rischia di ridursi a un’esecuzione cieca di flussi automatizzati. Ma dietro dashboard perfette e algoritmi intelligenti, resta una domanda cruciale: che cosa stiamo perdendo, mentre crediamo di guadagnare efficienza? Questo non è un rifiuto della tecnologia, né un elogio nostalgico dell’imperfezione umana. È una chiamata al pensiero critico, alla responsabilità, alla capacità di interrogare il contesto prima di aderirvi. Perché non basta prevedere un rischio: bisogna anche comprenderlo. Non basta riallocare una risorsa: bisogna sapere perché lo si fa, e con quali conseguenze. Per dare profondità a questa riflessione, ho selezionato dieci libri che accompagnano e rafforzano il mio punto di vista. Non sono semplici “fonti”: sono compagni di strada. Ogni testo, a suo modo, interroga il rapporto tra sapere, azione, potere e tecnologia. Alcuni parlano di project management, altri di filosofia, altri ancora di etica o di organizzazione. Tutti, però, ci aiutano a mantenere viva una domanda essenziale: vogliamo diventare più rapidi o più consapevoli? La risposta non si trova nei manuali. Ma nella pratica quotidiana del pensiero.